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Pubblicato il 18.06.2020

L’editoriale di ClicLavoro Veneto: il lavoro come leva motivazionale per trasferirsi all’estero 

Sempre più numerosi i veneti che scelgono di partire alla ricerca di nuove opportunità in un mercato del lavoro globalizzato, ma la motivazione principale è oggi la ricerca della realizzazione personale

 

Il lavoro rappresenta un fattore chiave per chi decide di trasferirsi all’estero in cerca di nuovi stimoli e opportunità, non solo in periodo di crisi, come accaduto recentemente a partire dal 2008, ma anche nei momenti di ripresa economica. Se in passato chi lasciava l’Italia e il Veneto lo faceva spinto dalla povertà e dalla mancanza di lavoro, oggi infatti la scelta di partire ha spesso a che vedere con una mutata concezione della dimensione lavorativa, del bisogno di crescita e realizzazione professionale, oltre che personale.

Un fenomeno complesso e articolato, come evidenziato dalla ricerca “Le recenti emigrazioni dei Veneti all'estero: percorsi, percezioni e prospettive. Evidenze da un’analisi esplorativa sul campo” realizzata dall'Osservatorio Veneti nel Mondo per conto della Regione del Veneto. L’analisi, grazie all'approfondimento e all'integrazione di informazioni già disponibili e che vedono il Veneto tra le prime regioni italiane per intensità dei flussi migratori con l’estero, ha fornito importanti spunti di riflessione e nuove chiavi di lettura per comprendere meglio un fenomeno molto diverso rispetto al passato.

È evidente che alla base della scelta di emigrare emerge soprattutto un’elevata propensione alla mobilità, soprattutto dei più giovani e dei più istruiti; essa motiva non solo i trasferimenti, più o meno definitivi, all'estero ma anche il frequente susseguirsi di spostamenti con traiettorie che portano nelle più svariate aree del mondo. Il carattere globale delle migrazioni, la marcata presenza di progetti e percorsi individuali, una forte eterogeneità e complessità delle esperienze vissute all'estero, rappresentano infatti i tratti distintivi delle migrazioni di oggi.

Il lavoro rimane un tema centrale. Chi oggi decide di emigrare lo fa, nella maggior parte dei casi, sulla base di una scelta consapevole e volontaria, quasi mai obbligata, vissuta come una delle possibili strade da percorrere in una mappa di opportunità che non si limita a prendere in considerazione il contesto nazionale italiano, tantomeno solo quello regionale, ma si allarga a livello mondiale. La scelta di lasciare il territorio di origine e trasferirsi all'estero non va ricondotta alla ricerca “generica” di opportunità lavorative, bensì alla possibilità di realizzazione personale e lavorativa in un contesto economico e sociale diverso, maggiormente innovativo e più stimolante. Si cercano opportunità per far fruttare al massimo le proprie competenze, per far crescere la propria professionalità.

La chiave di lettura più corretta per interpretare le esperienze migratorie di oggi è la ricerca della “realizzazione”. Una realizzazione che sembra avere terreno fertile proprio laddove gli ambienti lavorativi si dimostrano dinamici, stimolanti e meritocratici. Questo non significa, quindi, che le opportunità lavorative all'estero siano maggiori o migliori rispetto a quelle disponibili in regione, ma semplicemente diverse, seppure in molti casi “qualitativamente” superiori per una diversa organizzazione e concezione del lavoro.

I giovani più istruiti che decidono di trasferirsi all'estero, generalmente etichettati come “cervelli in fuga”, tendono a rifiutare questa definizione, prendendo spesso le distanze dal concetto di “fuga” che non rispecchia affatto la propria condizione. Non si fugge dal proprio Paese e dalle proprie origini, ma si cercano semplicemente diverse, a volte migliori, opportunità altrove, all'interno di un percorso di crescita che condurrà alla propria realizzazione nell'ambito professionale ma soprattutto in quello personale, due dimensioni che oggi sembrano intrecciarsi indissolubilmente.

L’emergenza Covid-19, con i suoi effetti sull'economia mondiale e sul mercato del lavoro, influirà sul fenomeno dell’emigrazione e sulle sue caratteristiche? Al momento è difficile fare previsioni ma è evidente che la recente esperienza, con le sue implicazioni in termini di restrizioni alla mobilità delle persone e di maggior utilizzo della tecnologia e del digitale, imporrà cambiamenti importanti, arrivando a condizionare (senza per forza limitare) le scelte delle persone. Le incertezze legate al futuro, come anche una nuova percezione del rischio e della sicurezza, avranno presumibilmente un impatto rilevante nelle scelte di mobilità, ma solo nei prossimi anni ne potremo valutare la portata e gli effetti sui recenti trend delle emigrazioni degli italiani.


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  • Fonte: Letizia Bertazzon - Ricercatrice Veneto Lavoro

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